Non bisogna guardare troppo in basso. I device sono la causa principale delle rughe “da tecnologia” e del precoce cedimento della zona del collo che, inevitabilmente, si ritrova ad avere improvvisi inestetismi
La sindrome da tech-neck
La zona tra la fine della mandibola e l’inizio del collo tende a invecchiare prima. La causa? Il suo strato muscolare più sottile, composto da un minor numero di ghiandole sebacee che peccano di collagene ed elastina sottocutanei, rispetto al viso. Mai, però, come negli ultimi anni si era parlato di tech-neck, o collo di tartaruga o ancora collane di Venere, inteso come disturbo dei nostri tempi, aumentato notevolmente negli ultimi 10 anni. In breve sono le linee, più o meno marcate, che si formano sul collo, anche in giovane età, colpendo anche Millennials e Zeta. A causarlo è proprio la postura sbagliata che si assume guardando continuamente smartphone, tablet e la tastiera del computer.
Quante ore passiamo a fissare i device?
Smartphone, tablet e telefono. Se proviamo a tenere, giornalmente, monitorate le ore in cui guardiamo gli schermi, potremmo restarne sbalorditi. Secondo un recente studio americano, le persone trascorrono in media circa 76.500 ore della loro vita – oltre tre ore al giorno – fissando gli schermi. In pratica passiamo quasi 9 anni della nostra esistenza con lo sguardo sui device.
Tutta una questione di forza di gravità
Osservare lo schermo e scrivere alla tastiera costringe il collo a un lavoro extra, creando un disallineamento che influisce sull’intero corpo perché, per osservare il device, curviamo le spalle e la cervicale andando a spostare la testa in avanti e un peso eccessivo sul torace. Il collo si ritrova così a lavorare il doppio, dovendo supportare un peso più elevato rispetto a quello naturalmente corretto. La testa, nel frattempo, comprime i vasi sanguigni della scatola cranica. E così, oltre al mal di schiena, il collo subisce un precoce prolasso cutaneo, che accentua anche rughe d’espressione e doppio mento.
Come intervenire
Bisognerebbe integrare la propria beauty routine con una crema elasticizzante specifica per il collo, a base di ceramidi, collagene, peptidi o acido ialuronico, da stendere dal basso verso l’alto per un’azione anti gravitazionale. Per chi soffre di doppio mento, invece, una crema a base di fosfatidilcolina aiuta a far riassorbire i lipidi, unita a massaggio energico e ginnastica facciale.
Oltre a qualche trattamento da fare in clinica
Seguendo i consigli del medico. I fili bioridensificanti, per esempio, svolgono un’attività biologica alta che ridona tonicità grazie a una stimolazione della produzione di collagene dall’effetto liftante. Il lifting non chirurgico con ultrasuoni microfocalizzati, Ultherapy, ricompatta le rughe a circonferenza sul collo creando una contrazione della fascia muscolare. La biorivitalizzazione consiste infine in micropunture intradermiche di principi attivi come l’acido ialuronico, le vitamine o il collagene. In alternativa, in caso di doppio mento, è possibile utilizzare Sculpsure, il laser di ultima generazione che mira a targettizzare in maniera selettiva le cellule di grasso per eliminarle.