Popolarissimo ora su Instagram e TikTok, in Asia è da secoli lo strumento più usato per creare un effetto botox naturale
Gua sta per raschiare, Sha indica l’arrossamento cutaneo post-trattamento. Da pochi mesi il gua sha, un piccolo strumento realizzato in pietre naturali come il quarzo rosa e la giada, sta impazzando in Italia, nonostante star d’oltreoceano del calibro di Gwyneth Paltrow lo usino da anni. E il merito va a Instagram e TikTok che l’hanno elevato a skincare tool più desiderabile ed efficace per la pelle. Il gua sha è una sorta di face gym ma dalla tecnica della medicina tradizionale cinese, detta anche Eastern Botox, utile per la circolazione e per rimuove l’accumulo di tossine stagnanti nel viso. L’obiettivo del trattamento è proprio quello di migliorare il flusso sanguigno, rilassando le tensioni dei muscoli facciali, causa di rughe. La chiave del well-ageing è infatti quella di accettare il passare degli anni, abbracciando pratiche non invasive che mantengano bella la pelle. L’obiettivo di questa tecnica è insomma quello di far apparire il viso naturalmente più luminoso, dall’aspetto sano e anche dal turgore effetto liftato. Se fatto tra i 10 e i 15 minuti al giorno, i risultati saranno visibili sulle rughe, con pelle più compatta come risultato finale. Per quanto sia bello vedere una tiktoker che strofina questa pietra sul viso, bisogna però imparare le tecniche corrette affinché il gua cha sia d’aiuto alla pelle.
L’origine del gua sha
Il gua sha è una tecnica tradizionale di guarigione orientale, attraverso questo tool in pietra che viene premuto lungo la pelle, sempre dall’interno verso l’esterno e mai viceversa, del viso e del collo. La leggera pressione permette di rilasciare le tensioni fasciali e muscolari, andando proprio a smuovere il fluido linfatico liberandolo così da infiammazioni – le principali cause di ritenzione di liquidi sono dovute alla mancanza di movimento o all’uso eccessivo di sale. Se usato bene, il gua sha riesce anche a sciogliere contrazioni e tensioni muscolari, oltre, per esempio, a dare sollievo a chi soffre di sinusite. Chi ama il gua sha sostiene che, lato epidermide, sia capace di eliminare i gonfiori, anche della zona occhiaie, distendendo gradualmente il volto e ridefinendo i contorni. Sarebbe un portento anche per curare la disidratazione della pelle o l’eccessiva produzione di sebo, proprio perché la pietra scelta – quarzo rosa per la pelle sensibile, giada verde per le impurità, per esempio – avrebbe benefici anche sulle problematiche topiche della pelle. Infine, disintossicando la pelle, apporterebbe anche una carnagione più chiara, dall’effetto rosato, stile bonne mine.
Come si esegue correttamente il massaggio?
Movimenti delicati, effettuati facendo scivolare la pietra dal centro del viso verso l’esterno. Per massimi risultati, devono sempre essere realizzati con l’aiuto di un olio per il viso o un siero liquido, da stendere pre-trattamento. Gli step: dopo aver asciugato il viso con un panno pulito, applicate qualche goccia di olio su viso e sul collo. Chi pratica la tecnica del gua sha, infatti, sostiene che permetterà di riscaldare i muscoli e di rendere la pelle più elastica al trattamento. Successivamente impugnata la pietra, in posizione obliqua, è importante infatti iniziare a “raschiare” delicatamente la pelle dal basso verso l’alto, dall’interno verso l’esterno, includendo anche l’area intorno alle labbra e sotto agli occhi. La procedura consiglia di utilizzare la pietra al massimo per 15 minuti e poi ripulitela, lasciandola ricaricare al sole.
Il prodotto da abbinare
Ancora non esistono prove scientifiche dell’efficacia del gua sha. Se però il vostro obiettivo è vedere una pelle rilassata, più luminosa e detossificata, provatelo abbinando un olio o un siero che permetta alla pietra di scivolare con più facilità sul volto. Come, per esempio, Circular Hydration Serum di Dermatologica, anche acquistabile online su SOTHERGA Lab. Dona idratazione immediata alle disidratazioni ed è indicato per tutti i tipi di pelle.